1 Agosto 2015
“Il Cammino si deve fare”
Castrojeriz, dove abbiamo passato la notte nell’hostal del Manzano, è il paese del vento e del silenzio; lo abbiamo constatato ieri sera nei vicoli del borgo. Il paesaggio attraversato nella mattinata di oggi è stato ancora quello della mesetas, rocce rosse, campi di girasoli e campi di grano. Il desiderio di percorrere in bici strade brecciate in libertà nella campagna, in questo viaggio si sta esaudendo; oggi una lunghissima di 17 km sulle mesetas con soli campi di grano ai lati. Dopo il quinto giorno le parole e le foto non bastano più per descrivere le sensazioni che si provano sul Cammino di SJ. Ragazzi, e mi rivolgo a Massimo, Alberto, Giuseppe, Franco, Sergio, Gianni, Luciano, Tullio il Cammino va fatto, ma anche per Sandro, Vincenzo e Peppe il Cammino va fatto… a piedi.
Oggi all’ Hospital di Saint Nicolas l’ospitalero ci ha detto “pentitevi di averlo fatto in bicicletta”
Cesare
“Criuoiu”.
E’ il rumore delle ruote sui sentieri brecciosi bianchi e di colore rosso. Fanno da sottofondo allo sforzo fisico, soprattutto segnano lo scorrere del tempo, mi accompagnano, nonostante le riflessioni si alternano nella mente: sono la colonna sonora del camino nelle umili mesetas solitarie e silenziose, solo il vento sibila insistente.
Ma non e’ solo il giorno delle bici che scorrono invadenti, ma anche il giorno di particolari emozioni e dei segnali positivi di luoghi simbolo.
Parlare dell’emozione nel salire verso l’alto di Mosterales, nel far scorrere lo sguardo a 360°, dalle Asturie e non so dove dall’altra tanto e lontano l’orizzonte; viene spontaneo fare foto, cosi come trattenere il respiro per interiorizzare l’aria insieme al momento per portarselo dentro per sempre. La sosta al Ermita di S. Nicolas, luogo di ricovero x pellegrini, refettorio e Chiesa tutto insieme (recuperato dalla Confraternita di S.G. Perugia), forse rendono il luogo il piu’ significativo per spiritualita proveniente da un’accoglienza fattasi preghiera e amore per il prossimo.
Vi ho lasciato in dono la copia del mio libro, ci siamo intrattenuti fraternemente, ho chiesto loro un particolare pensiero per L. e famiglia, è proprio un bel posto in tutti i sensi.
Si il camino in bici, rende veloce il contatto con le persone, classico il saluto con buen camino, gli ambienti e non ti permette di soffermarti piu di tanto nelle relazioni con persone e paesaggi tranne nei momenti di pausa. Ma i luoghi inviano sempre messaggi intensi e particolari.
Provate a percorrere 17km, dopo Carrion, piatti e drittissimi, solitario e spoglio dove alle 4pm incontri solo 4 pellegrini.
E’ una continua emozione di sobbalzi interiori. Entrare nel cuore delle mesetas e’ entrare nel pieno dello spirito del cammino. E l’incontro con una giovane ventenne di Bari, diventa un momento da incorniciare come un quadro. E quando il camino torna sull’asfalto, il suono cambia tono, come rassicurare piu volte casa, congiungendo idealmente luoghi lontani.
E Bercianos, paese che ci ospita per la notte, per me e’ legata alla bellissima lettura di Hospitaleros di Imm. Coraggio e constatare che quel clima fraterno del libro e reale nonostante qualche anno. Non si e’ fermato il tempo è lo spirito del cammino che continua nonostante le persone diverse e tutto per l’incontro a Compostela con l’amico del Signore. Questo e’ il cammino del 1 agosto.
Buen camino Silvio Campoli